Ivan Silvestrini ha debuttato nel lungometraggio con Come non detto (2012), commedia divertente che trattava con serenità l’amore tra due giovani gay. Dopo varie regie per la televisione e STUCK: The Chronicles of David Rea realizzato in inglese per il web, torna al cinema con due film girati nel 2016, ambedue in cui l’automobile è protagonista o coprotagonista delle storie. Monolith, coproduzione con gli Stati Uniti, dovrebbe arrivare sui nostri schermi ad agosto, mentre 2night giunge in pochi locali in questi giorni.
Remake del quasi omonimo 2 Night israeliano firmato da Roi Werner, ne riporta quasi tutta la sceneggiatura adattando unicamente la storia ad un’ambientazione romana (l’originale utilizzava come sfondo Tel Aviv). Il regista ha fatto un film su commissione e non ha partecipato alla creazione della storia, ma ha saputo inserirsi bene nel lavoro altrui aggiungendo qualcosa del suo stile. Il problema sta proprio nello script che risolve varie situazioni senza tentare di spiegarle o giustificarle, lasciando perplesso lo spettatore che già deve adeguarsi a questo dialogo che difficilmente si svolge fuori dall’auto della protagonista. La parte iniziale, con l’incontro casuale dei due giovani in un locale della notte romana, è molto convenzionale nella costruzione di un qualche cosa che deve giustificare il prosieguo della vicenda: pur capendo la sua funzione di servizio, poteva essere pensata meglio. La ragazza molto esuberante che si interessa ad un bel tenebroso poteva avere sviluppi narrativi che non sono nemmeno cercati. La commedia da camera (pardon, da auto) in cui vengono trattati i temi più convenzionali – dal lavoro alle preferenze nel sesso – per poi arrivare a denudare quanto nascosto dai protagonisti, con uno sforzo espressivo maggiore di Matilde Gioli che accetta anche scene di nudo per movimentare un po’ il costrutto. Per sottolineare il loro desiderio che la notte non abbia sviluppi indesiderati, non vengono nemmeno pronunciati i loro nomi. I due non sono romani, e la recitazione li porta ad esprimersi, lei, con accento milanese, lui, veneto. Sono nella capitale per lavoro e hanno come punto in comune la solitudine. Nonostante il film duri solo una settantina di minuti, molti sono i momenti di stasi, diciamo pure di noia. Non basta il fascino di Roma by night – ottimamente fotografata nelle sue tonalità dorate da Davide Manca iperattivo con una trentina di titoli in otto anni di lavoro – per trovare la voglia di attendere quello che succederà tra i due, con uno sviluppo tutto sommato particolarmente prevedibile. Matilde Gioli ha una recitazione molto estroversa e dà quasi l’impressione a tratti di improvvisare, Matteo Martari è più impostato ma, alla fine, riesce meno interessante dell’attrice lombarda. Da notare che 2Night non sta a significare due notti ma, letto in inglese, suona come tonight, stanotte. Durante una serata in una discoteca due trentenni si incontrano e si piacciono, con lei che prende l’iniziativa. Convinti di cavalcare un’avventura sessuale di una notte, salgono in macchina per andare verso casa della ragazza. C’è traffico, non riescono a trovare parcheggio e rimangono praticamente bloccati in auto. La conversazione, iniziata sulla difensiva, si amplia passando dalla diffidenza alla provocazione sino a fare confessare ad ambedue molto, forse troppo, di sé stessi. Questo non permetterà loro di continuare in un’avventura che desideravano senza futuro.