Il cinquantenne romano Andrea Molaioli è arrivato al suo terzo film come regista e tante speranze di riuscire a realizzare un prodotto di buona qualità uscendo dal mondo del drammatico per avvicinarsi alla commedia. Dopo i convincenti La ragazza del lago (2007) e Il gioiellino (2011) interpretati entrambi da un ottimo Toni Servillo, si avvicina a un libro cult tra i più giovani pubblicato dal sessantenne britannico Nick Hornby nel 2007.
In realtà, non abbandona completamente un certo contenuto più serioso, ma l’incapacità di fare coesistere le varie anime ne fanno un’occasione perduta, un qualcosa di dimenticabile perché noioso ed inconcludente. E’ girato bene e, se valutato nelle sue varie parti, può essere anche interessante. Tuttavia il contenitore di 100 minuti straborda di input, di buone intenzioni, di situazioni risolte con scorciatoie emotive atte ad ottenere la complicità degli spettatori. Curioso che si parli dei problemi di giovanissimi e dei loro genitori divenuti adulti a 16 anni di fronte a figli non voluti, capitati per inesperienza ed eccessivo ardore. Tutto questo in un paese a crescita zero in cui esiste un serio problema di ridotta natività. Quasi a volere esorcizzare la situazione e consigliare una soluzione difficile e che terrorizza i potenziali nonni se i loro ragazzi sono adolescenti immaturi. Limite maggiore del film è di non avere trovato, o voluto cercare, una chiave di lettura della storia che desse un po’ più di spazio all’emotività dei giovanissimi personaggi, creando sempre l’impressione che tutto sia stato – come del resto è – pensato da adulti un po’ troppo distaccati dal mondo dei sedicenni per interpretarne speranze, desideri, paure. Co-sceneggiatrice, come nei due precedenti titoli, la quarantenne Ludovica Rampoldi brava e attenta nella scelta dei dialoghi, ma quanto pensato rimane nelle pagine dello script non trovando quasi mai riscontro sullo schermo. Da dimenticare la scena del parto, realizzata con poco valore scientifico e assoluta povertà emotiva. Il giovane protagonista è interpretato da Ludovico Tersigni con una dizione che rende a tratti criptico il dialogo, la futura mamma è Barbara Ramella poco convinta di quanto dice. Jasmine Trinca rende bene l’immaturità della madre di lui, Luca Marinelli è il giovanissimo padre più ragazzino del figlio. Sedicenne con grande passione per lo skateboard passa le giornate con gli amici tra mille evoluzioni e coltiva un'amicizia tutta immaginaria con il suo eroe, Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi. Vorrebbe andare all'università, viaggiare, trasferirsi negli Stati Uniti ma anche evitare l'errore di diventare genitore alla sua età, come già successo alla mamma e alla nonna. In realtà, poco si attiva per esorcizzare questi pericoli: incontra bellissima ragazza, se ne innamora, si conoscono anche intimamente e via dicendo