Cosimo Alemà è iperattivo nel mondo dei videoclip, della pubblicità e ha anche diretto per il cinema i poco interessanti At the End of the Day - Un giorno senza fine (2011) e La Santa (2013). Nonostante queste poco prove modeste, insiste a volere realizzare film che poco dicono e ancor meno interessano.
Zeta è di ambientazione musicale, mondo che lui dovrebbe conoscere molto bene, anche se questo non lo aiuta ad essere più credibile. Utilizza moltissimi rapper noti al pubblico giovanile che sicuramente andrà a vedere il film, ma rimarrà deluso se cercherà, oltre alla musica, anche una storia interessante. Le trasformazioni del protagonista non sono supportate dalla sceneggiatura e appaiono come puri pretesti per proporre altra musica. Anche la storia d’amore interessa poco, perché basata su un racconto che manca di credibilità. Può darsi che sia questo il modo di rapportarsi degli under 20, anche se ne dubitiamo. I nigeriani (o, comunque, le persone di colore), che rappresentano il male attraverso il commercio della droga e l’uccisione del giovane che non riesce a pagare la merce, sono stereotipi mal sorretti da alcune battute che fanno sorridere. Gli uffici che il protagonista pulisce per sopravvivere, così come la pescheria dove lavora in attesa del successo come artista, sono pura esteriorità visiva messa in scena ma non raccontata. La sensazione che si può avere nei confronti di questo prodotto è che sia stato realizzato per far conoscere meglio vari rapper o sperando che il mondo dei social, riempia le sale con un frettoloso passaparola. La musica è interessante e permette di conoscere qualcosa di più di un mondo che ha pochissimi nomi in grado di emergere a livello nazionale e internazionale. Il resto è noia ed imbarazzo. Guardando il film viene da pensare che fonte d’ispirazione possa essere stato 8 Mile di Curtis Hanson (2002), interpretato da Eminem, che racconta la scalata al successo di un giovane rapper bianco di Detroit, tuttavia nulla accomuna queste due produzioni se non la somiglianza della storia. Protagonista è il ventunenne rapper di Cogoleto Diego Germini (Izi) che non demerita anche se privo, per ora, di buona tecnica recitativa: avrebbe meritato un regista in grado di trarre da lui tutto il buono che c’è. Sullo sfondo di Roma madre/matrigna tre amici per la pelle - Alex, Gaia e Marco – vivono il sogno di sfuggire al destino che la società ha scelto per loro: casermoni di periferia, povertà, piccolo spaccio, vita di strada. Alex sopravvive facendo vari lavori in attesa di sfondare come rapper; quando ciò accade per ottenere successo dovrà tradire gli amici e rinunciare all’amore per una ragazza. Complicazioni melodrammatiche.