Land of Mine - Sotto la sabbia (Under sande) di Martin Zandvliet è un film danese che non lascia indifferenti sia per i temi trattati che per la crudezza di certe immagini legate al ferimento o alla morte di giovanissimi prigionieri tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale. Contestato in Danimarca da parte di quanti sostengono che certi capitoli della storia è meglio non conoscerli per fare credere che i cattivi siano stati solo da una parte, è un’opera corale in cui esiste una grande forza emotiva, un desiderio di espiazione da parte di chi questo annunciato massacro deve gestire.
Il protagonista è un sergente ligio agli ordini, forse incapace di ragionare col proprio cervello, questo sino a quando accade qualcosa che lo trasforma. Il quarantatreenne regista è anche uno scrittore di successo, originariamente è stato un montatore cinematografico che, nel corso degli anni, si è trasformato in autore sensibile. Ha iniziato come editor per diversi cineasti, nel 2002 ha realizzato il suo primo documentario, Angels of Brooklyn (Angeli di Brooklyn), con cui ha ottenuto vari riconoscimenti. Dopo diversi cortometraggi e una lunga attività come sceneggiatore e assistente alla regia ha diretto il suo primo lungometraggio nel 2009, Applaus (Applausi), interpretato da Paprika Steen con cui ha trionfato al festival di Karlovy Vary dove ha vinto il premio Label Europa Cinemas, il riconoscimento per la migliore interprete femminile e quello per la migliore sceneggiatura. Con quest’ultimo film dimostra di avere raggiunto una maturazione stilistica che gli permettere di trattare temi difficili senza mai sfiorare il melodramma. Roland Møller ne è uno stupendo protagonista, un attore che alterna al cinema teatro e televisione. Danimarca, maggio 1945, la seconda guerra mondiale è finita da poco ma due milioni di mine rimangono sparse lungo la costa occidentale, potenziale scenario di uno sbarco alleato mai avvenuto. Per disinnescare questi ordigni sono usati circa 2.600 soldati tedeschi prigionieri, per lo più adolescenti reclutati nel periodo finale della guerra. Il sergente Rasmussen è a capo uno dei gruppi formati da reclutati molto giovani, anche quattordicenni, privi di qualsiasi esperienza in materia. Il compito, pericolosissimo, è di ritirare con le proprie mani le mine sepolte sotto la sabbia della spiaggia. Sono ragazzi sopravvissuti alla guerra, ma che ora devono affrontare un impegno non meno pericoloso. Come molti dei suoi compatrioti, il sergente odia i tedeschi dopo aver subito cinque anni di stenti durante l'occupazione, ma è sconvolto dalla morte di un giovane costretto a lavorare mentre era ammalato. Da quel momento qualcosa cambia e il sottufficiale diventa un severo padre ma che sa capire i problemi dei ragazzi che gli sono stati affidati.