Tratto dall’omonimo best seller scritto da David Foenkinos, Il mistero Henri Pick è film gradevole che utilizza anche battute divertenti per lanciare spunti, lasciati qui e lì sotto forma di indizi e domande non evidenziati dal dialogo, indizi che dal microcosmo del mondo del libro riescono ad aiutare ad aprire una finestra sulla società, sulle leggi del mercato che lo reggono e sui tentativi di forgiare e plasmare ogni cosa. Si scopre molto di un mondo artistico in cui spesso emergono non i meritevoli ma chi è più sponsorizzato, chi ha un buon editor che unisce la sua esperienza a quanto scritto dagli autori, chi riesce a creare aspettative inventando a tavolino misteri che attirino l’attenzione pubblica. Studiosi che vengono chiamati ovunque per parlare di qualsiasi cosa (anche in Italia ne abbiamo decine di esempi), personaggi magari colti a cui vengono assegnate trasmissioni in cui è sempre importante tenere viva l’audience. Da qui parte tutta la vicenda raccontata che si snocciola per un centinaio di minuti. Il problema del film è quella certa pedanteria per i particolari, la ricerca di un dialogo che si allontana dal coinvolgimento dello spettatore divenendo opera innegabilmente interessante ma non per questo entusiasmante. La comicità ed il thriller spesso rimangono incompatibili uno con l’altro, creando un po’ di disagio.